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Ho visitato Sassoferrato (uno dei "Borghi più Belli d'Italia") con Vera diverse volte, in occasione dei tanti giri per borghi e per castelli: 1989, 1992, 1994 e infine l'8 aprile 2018. Una giornata intensa: prima a Sentinum/Sentino , il luogo della "Battaglia del Sentino o delle Nazioni dell'antichità" del 295 a.C., poi la città medioevale di Sassoferrato - Collegiata di San Pietro e Monastero delle Clarisse - e l'Abbazia Templare di Santa Croce. Infine siamo stati a Cabernardi, dove abbiamo visitato il Parco Archeominerario (Miniera di Zolfo e Museo della Miniera). |
Battaglia del Sentino
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La Battaglia del Sentino, del 295 a.C., oppose i Romani e i loro alleati Piceni alla Lega di Galli, Sanniti, Umbri ed Etruschi (da qui il nome di "Battaglia delle Nazioni dell'antichità"), ma prima della battaglia gli Etruschi si allontanarono per andare a difendere Chiusi che era stata attaccata dai Romani. L'esercito romano contava quattro legioni e ammontava complessivamente a circa 40.000 uomini, quello della Lega era superiore e ne aveva 60.000. La vittoria dei Romani, al comando di Decio Mure che morì in battaglia, sancì inequivocabilmente la supremazia militare di Roma nella penisola italica. Secondo Tito Livio in questa cruenta battaglia la Lega perse 33.000 uomini (25.000 morti e 8.000 prigionieri) e Roma 8.700. |
SASSOFERRATO La città sorse presso le rovine dell’antica città umbro-romana di Sentinum - abbandonata tra l'VIII e il X secolo - nel 1150 circa quando il conte Atto, proveniente dal Castello di Galla presso Genga, fondò un castello a cui dette il nome di Sassoferrato che non tardò a diventare un paese, poiché i discendenti dei vecchi sentinati scesero dai loro rifugi montani e vi costruirono le loro case con materiale preso dalla vecchia città. Nel 1365 il Cardinale Egidio Albornoz fece erigere la Rocca "di Alnornoz". La città fu soggetta a diverse occupazioni (dai Malatesta di Rimini nel 1349, da Braccio da Montone nel 1417, dai Francesco Sforza nel 1433 che la straziò e saccheggio orribilmente) e nel 1460 divenne libero Comune, liberandosi definitivamente dei Conti Atti e assumendo la fisionomia di città fortificata con imponenti mura in doppia cintura e si pose sotto il diretto dominio del papa. Dopo ulteriori vicende (...), nel 1861 Sassoferrato passa al Regno d'Italia. Dal punto di vista ecclesiastico resta sotto la Diocesi di Nocera Umbra fino al 1984, dopo di che viene assegnato a quella di Fabriano. Monumenti e luoghi di interesse: Area Archeologica di Sentinum (vedi sopra), Collegiata di San Pietro (vedi sotto), Abbazia di Santa Croce (vedi sotto), Chiesa di San Francesco, Chiesa di Santa Chiara, Rocca di Albornoz, Palazzo dei Priori, Palazzo Comunale, Miniera di Zolfo di Cabernardi (vedi sotto). |
Collegiata di SAN PIETRO La Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo è da ricondurre al primitivo castello feudale, già noto dalla Bolla Papale di Celestino III del 1191, probabilmente in stile romanico-gotico. Acquistò rilevanza nel 1580 acquisendo il titolo di Collegiata Insigne. Nel 1680 l’edificio si deteriorò totalmente e la struttura odierna è frutto dei restauri fatti dal 1710 al 1717. L’interno, ad unica navata, presenta un abside semicircolare e cappelle laterali. Alla Chiesa è annesso il Palazzo Vescovile del XVI secolo. Al suo interno dipinti e sculture, tra gli altri, da Filippo Bellini (Madonna e Santi), Pietro Paolo Agabiti (Consegna Chiavi a San Pietro – un Battesimo in ceramica), Ernst Van Shayck (Madonna con Santi – Immacolata Concezione), Piergentile da Matelica e Venanzio da Camerino (Trittico). |
Abbazia (Templare) di SANTA CROCE Il particolare e misterioso complesso abbaziale di Santa Croce, una chiesa che ingloba dentro di sé una splendida abbazia che dall’esterno è impossibile, oltre che vedere, immaginare. Santa Croce è una chiesa dentro un’altra chiesa, le mura che un tempo erano esterne, ora racchiuse dentro altre mura. Un luogo suggestivo, mistico e misterioso dove stili architettonici e simboli si mescolano realizzando un mix armonico dove nulla stride, ma semmai innalza il livello estetico e spirituale. Persino sulla data di fondazione esistono pareri discordi. |
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Pagnani, storico di Sassoferrato, ritiene che sia stata fatta costruire dai Conti Atti, signori di Sassoferrato, nel XII secolo, per ospitare i monaci camaldolesi provenienti dalla vicina abbazia di San Vittore alle Chiuse. Uno scritto trovato a San Vittore invece farebbe pensare che l’abbazia sia stata realizzata prima, una storica tedesca la data al 1090, altri storici addirittura all’800. La cosa certa è che la chiesa è stata costruita con i resti dell’antica città romana di Sentinum, sopra le rovine di un tempio dedicato al dio Mitra. |
All’interno emerge quella mescolanza che racconta di tempi, di luoghi e credenze diverse (dio Mitra, Sole, Sirena bicaudata. Molti sono i richiami ai Templari (Croci patenti, capitelli con cavalieri, Maddalena con una brocca/Graal, ...). Questi simboli templari raccontano del passaggio di quest’ordine cavalleresco medioevale, che tutt’oggi si riunisce a Santa Croce per le cerimonie di investitura. Paganesimo e cristianesimo convivono senza disturbarsi e senza disturbare gli occhi di chi guarda: simbolismo mitriaco, colonne romane, capitelli di derivazione bizantina, granito egiziano, motivi geometrici, vegetali e bestiari e croci templari coabitano organicamente. |
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Non mancano pregevoli affreschi che raccontano la vita dei santi come quello che raffigura il Beato Alberto, o Santa Caterina d’Alessandria con la ruota del martirio, quello sulla vita di San Tommaso (di scuola fabrianese) ed una pala raffigurante San Benedetto, realizzata da Paolo Agabiti nel 1524. Insieme a San Claudio al Chienti, a Santa Maria delle Moie e a San Vittore alle Chiuse, Santa Croce è una delle quattro chiese romaniche con pianta a croce greca della regione Marche, anche se la pianta della chiesa non è perfettamente centrata ma, secondo alcuni studiosi, questa "imperfezione" sarebbe voluta in quanto "la perfezione apparterrebbe solo a Dio". (di S. Cecconi, 12 marzo 2015) tratto da https://www.whymarche.com/santa-croce-a-sassoferrato-labbazia-dei-misteri/ |
Parco Archeominerario di CABERNARDI La storia del bacino minerario di Cabernardi nel 1877 con la scoperta di un giacimento di ZOLFO. Nel 1899 la Miniera di Cabernardi fu acquistata dalla Ditta Trezza-Albani. I lavoratori, nel 1904, erano 300. Nel 1917 la Miniera venne ceduta alla Montecatini Società Generale per l'Industria Mineraria e nel 1920 il numero dei lavoratori raggiunse il record di 840 dipendenti. La miniera fu chiusa, per esaurimento dello zolfo, nel 1959. Nel 1992 fu istituito il Museo della Miniera di Zolfo, ubicato al primo piano dell’ex edificio scolastico. Nel 2015 è stato inaugurato il Parco, una suggestiva struttura museale a cielo aperto che si estende su una superficie di circa due ettari di terreno. |
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Claudio Maccherani |