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Ho visitato Castiglione Aldobrando nel 1995 con Vera ed, eccezionalemente, con mio cugino Gian Luigi e famiglia (Lolita, Elena e Matteo). Una fredda giornata di marzo, ma per vedere i ruderi del castello e l'Umbria da lassù in alto ne valeva la pena. Castiglione Aldobrando (Gubbio) Nelle cronache medievali Castiglione Aldobrando è ricordato come una fortezza inespugnabile posta sopra un alto colle (864 metri s.l.m., la massima elevazione del contrafforte appenninico che si estende tra l’altopiano di Gubbio e la valle Tiberina) ai confini con il comune di Perugia e che fu sempre fedele a Gubbio. Il nome Castrum Castilionis Ildebrandi, trasformato successivamente in "Aldobrando", la cui radice è nel nome longobardo "Ildebrando" significa "spada in battaglia", nome guerresco e aristocratico. Il suo territorio è la parte più stretta ed esposta al pericolo dei domìni bizantini all’interno del "corridoio bizantino" e ben si comprende quanto fosse necessaria la fortificazione di questo stretto e fondamentale passaggio continuamente minacciato dai Longobardi che volevano interrompere la comunicazione tra Roma e Ravenna (nel tracciato Sutri, Orte, Amelia, Todi, Perugia, Gubbio e Scheggia). Castiglione Aldobrando era una sentinella naturale per la sua posizione strategica e la straordinaria visuale di cui dispone e anche parte del tracciato che Perugia-Gubbio (San Marco, Cenerente, San Giovanni del Pantano, Pieve Petroia, Parlesca, Rancolfo, Castiglione Aldobrando e Montanaldo). Il castello, nel 1086 feudo di Ildebrando Dux, nel 1163 passò alla canonica di San Mariano e subito dopo, per volere del Barbarossa, sotto la giurisdizione dei monaci di San Pietro. Gli imperatori Enrico VI nel 1191 e Ottone IV nel 1211 ne decretarono l’appartenenza al comune di Gubbio. Nel 1216 fu conquistato dai perugini e nel 1250 si dovette procedere a ricostruirlo in alcune parti. Nuovamente raso al suolo nel 1415 si rese necessario riedificare un caposaldo avanzato fuori le mura e la torre. Nel 1582 Francesco Maria II della Rovere lo concesse al conte eugubino Ubaldo Beni e da questi passò anche a Guido Beni, cavaliere del Sovrano Ordine Militare di Malta e restò proprietà dei Beni fino al 1644. I ruderi delle mura di cinta di Castiglione Aldobrando sono tutt’intorno al monte e si può anche immaginare l'esistenza di un fossato guardando un piccolo stagno ai piedi del monte, dove oggi salgono ad abbeverarsi placide mucche maculate. (testo tratto da "Medioevo in Umbria") |
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Claudio Maccherani |