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Sono stato a visitare il Museo di Sculture Antiche "Giovanni Barracco" con Vera il primo settembre 2020, quando siamo stati al Cobsolato Brasiliano per il rinnovo del passaporto di Vera. E il pomeriggio, "bighellonando" nei dintorni di Piazza Navona, ci siamo imbattuti in questo interessante - e per noi fino ad allora sconosciuto - museo. E, per fortuna, abbiamo deciso di entrare. |
Museo di Scultura Antica "Giovanni Barracco" Giovanni Barracco nasce il 28 aprile 1829 a Isola Capo Rizzuto, nella Calabria ionica, ottavo di dodici figli di una nobile famiglia di antichissime origini. L’apice della fortuna dei Barracco, che legano la loro storia a quella del latifondo calabrese, può essere stabilito al 1868 quando, dai documenti dell’archivio di famiglia, risulta che la proprietà aveva raggiunto i 30.000 ettari, comprendendo un territorio che andava da Crotone, sede di un settecentesco Palazzo Barracco, fino al centro della Sila Grande. Nel primo catalogo della collezione, pubblicato nel 1893, Barracco enuncia i criteri che hanno guidato la formazione della sua raccolta: "ho constatato che non era più possibile studiare a fondo l’arte greca senza tenere conto delle correnti d’arte più antiche (Egitto e Asia) che hanno dato il primo impulso all’arte greca. Ho quindi immesso nella mia collezione qualche esemplare istruttivo di scultura egiziana, assira e cipriota". La collezione, sapientemente raccolta per formare un"museo della scultura antica comparata", comprende opere d’arte egizia, assira, fenicia, cipriota, etrusca, greca e romana, fino a qualche esemplare di arte medievale. Per quanto riguarda l’ arte egizia, alla quale Barracco dedicò la maggiore attenzione, la collezione comprende notevolissimi frammenti di scultura funeraria, soprattutto delle prime dinastie. Nel 1902, con un gesto di grande liberalità, Barracco decise di donare l’intera collezione di sculture, che contava quasi duecento opere, al Comune di Roma. In cambio ne ebbe la disponibilità di un’area fabbricabile alla fine di corso Vittorio Emanuele II, dove Barracco fece costruire, su progetto di Gaetano Koch, un piccolo edificio neoclassico con la facciata disegnata come un tempietto ionico. Il nuovo Museo fu inaugurato nel 1905. |
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Claudio Maccherani |