Titolo 00 (generale)

" Confesso che ho girato "   Claudio Maccherani

Titolo 01 (particolare)

Titolo 02 (periodo)

Titolo 03 (partecipanti)

(by Claudio Maccherani)

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Il 22 maggio 2022 la classe V, sezione C, Liceo Scientifico "Galeazzo Alessi" di Perugia, maturità 1974, ha fatto una escursione al "Leo Wild Park" di Collevalenza. Presenti Chiara, Geo, Rita, Roberto, Mauro, Teresa, Rossella, Antonio, Pierluigi, Letizia, Pina, Alberto, Emanuela e Claudio. Vera ha rinunciato perché "non era interessata a vedere degli animali in gabbia in mezzo a un gruppo di animali allo stato brado " (VC, N.d.R.). Ci si incontra direttamente al parcheggio del "Leo Wild Park" di Collevalenza, località Rosceto - dove Antonio fa di tutto per comparire in primo piano nelle foto di gruppo - e si visita il parco. Interessantissimi gli esemplari di fauna tra i quali spicca "Caterina", giovane, simpatica e bella inserviente del parco. Claudio ne approfitta per farsi fotografare con lei e Chiara non perde l'occasione per sottolineare il fatto che Alfio, non partecipando all'escursione, ha perso questa opportunità.  Dopo la visita al Parco si va a pranzo al Ristorante Cavour di Todi, all'aperto, in una spettacolare terrazza sulla città serviti da un efficientissimo "cameriere volante", un vero e proprio campione olimpionico. La nostra Presidente Chiara, dando prova di scarso spirito democratico, si rifiuta di pagare il pranzo alla classe, come era stato stabilito da una democratica votazione proposta da Claudio e  stravinta dai "si". Quindi si va in giro per il Mercato di Florovivaismo a Piazza del  Popolo e/o in visita alla Cattedrale della Santissima Annunziata.

Leo Wild Park

In località Rosceto di Collevalenza, il "Leo Wild Park", all'interno del Relais Todini, è un'isola naturalistica di 20 ettari tra le colline dove i circa 250 animali suddivisi per macro aree geografiche vivono in stato libero o semi libero. Ci sono cammelli, dromedari, zebre, giraffe, asini, cavalli, pony, zebù, tapiri, lama, alpaca, nandù, cigni, fenicotteri, cicogne, pelicani, are, struzzi, emù, pecore, capre, renne, bisonti, cervi, yak, marabù, ankole (vacche dei Watusi) e altro ancora.

TODI

Posta su un colle di 411 metri, sulla riva sinistra del Tevere, Todi è una città antichissima fondata dagli Umbri tra VIII e VII secolo a.C. al confine con il territorio, alla destra del Tevere, abitato dagli Etruschi. Il suo nome umbro, Tutere,  significa appunto "Città di confine". Secondo la leggenda la città doveva essere costruita ai piedi del colle, ma la tovaglia con cui i fondatori stavano facendo colazione fu presa da un'aquila che la lasciò cadere sulla cima del colle, cosa che fu interpretata come un segno degli dei e così si decise di costruire la città in cima al colle.


Circuiti del Paesaggio

Tra V e IV secolo a.C. ricevette notevoli influenze etrusche e nel III secolo a.C. entrò nella sfera di influenza di Roma di cui ottenne la cittadinanza nell'89 a.C. venendo ribattezzata Colonia Julia Fida Tuder. Dopo le invasioni barbariche e la guerra gotica (535-553), venne annessa, con il resto d'Italia, all'Impero bizantino con il quale resterà anche dopo l'invasione longobarda, entrando a far parte, con Perugia ed altri centri umbri, del cosiddetto "corridoio bizantino". Nel 1067 divenne comune autonomo e poi signoria (sotto gli Atti), per entrare successivamente a far parte dello Stato della Chiesa. Nel 1230 vi nacque Jacopone da Todi, poeta, frate francescano dei Minori e Beato.

Il particolare rapporto tra l'insediamento e il sito è testimoniato dal complesso sistema di regimentazione idrica, antico come la città, formato da pozzi e cunicoli che dimostra come sia possibile trasformare uno svantaggio idro-geo-morfologico in un valore ambientale e strategico. Nel 1991 il professore, architetto e urbanista Richard Levine dell’Università di Lexington dichiara Todi, per le sue dimensioni ben proporzionate, per la temperatura buona, per il clima ideale della collina, per l’umidità bassa, per la piovosità adeguata e per l’ottimo rapporto con l’ambiente agricolo circostante,  "la città più vivibile del mondo".

 Monumenti e luoghi di interesse: Piazza del Popolo, Palazzo dei Priori, Palazzo del Capitano, Palazzo del Popolo, Duomo dell'Annunziata, Chiesa/Tempio di San Fortunato, Tempio di Santa Maria della Consolazione (del Bramante), Chiesa del Santissimo Crocifisso, Convento di Montesanto, numerose altre chiese, i Nicchioni romani, la triplice cerchia di 4 km di mura difensive provvista di porte munite di contrafforti e bastioni [Porta Perugina, Porta Romana, Porta Amerina, Porta Fratta, Porta Santa Margherita (demolita), Porta Orvietana (franata), Porta Cupa (franata), Porta Libera, Porta Aurea, Porta Catena].

Cattedrale della Santissima Annunziata

Sorta nel XIII secolo su un preesistente edificio romano, monumento nazionale, chiamata dai tuderti "Duomo", è una chiesa a croce latina suddivisa in quattro navate. Il bel rosone è del 1520, come il portone di Antonio Bencivenni, mentre la torre  campanaria è del XIV secolo. Il fonte battesimale di Pietro Moricone da Lugano è del 1507, il coro ligneo realizzato tra il 1521 e il 1530 da Antonio Bencivenga e suo figlio Sebastiano, il crocifisso su tavola è del 200. Nella cripta sono conservate tre statue - che originariamente stavano sulla facciata - attribuite a Giovanni Pisano e a Rubens. Sulla controfacciata il "Giudizio Universale" di Ferraru Fenzoni detto "Il Faenzone" del 1596 (ispirato a quello di Michelangelo nella Cappella Sistina, a sua volta ispirato a quello di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto). 

 

 

 

 

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Claudio Maccherani