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La PREISTORIA e la STORIA (fino all'epoca romana) delle EOLIE è in questo Museo. Per un approfondimento si veda: |
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MUSEO Il Museo Archeologico Regionale Eoliano "Luigi Bernabò Brea" si trova nel complesso del Castello che domina l'isola di Lipari ed è intitolato a Luigi Bernabò Brea, grande archeologo e Soprintendente della Sicilia Orientale (1939-1973). Il museo è stato realizzato nel 1954 e contiene, per la maggior parte, reperti archeologici provenienti dalle sistematiche campagne di scavo condotte dagli archeologi Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier a Lipari e nelle altre isole Eolie. |
Il museo è costituito da oltre 40 sale ubicate in diversi edifici del Castello, e suddiviso in più sezioni:
- Preistorica Lipari (la preistoria di Lipari, la fondazione greca di Lipara); - Preistorica Isole minori (reperti di Punta Milazzese a Panarea e Capo Graziano a Filicudi); - Classica (età arcaica, classica, romana e bizantina con una Sala di archeologia subacquea); - Epigrafica (cippi e steli funerarie della necropoli greco-romana di Lipari); - Vulcanologica (geomorfologia e vulcanismo delle Eolie); - Paleontologica (quaternario). |
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Negli ambienti sono esposti strutture architettoniche, esempi di scultura in marmo e pietra, corredi funerari, vasi, cippi, steli tombali e sarcofagi in pietra che testimoniano la vita della polis e l'evoluzione del culto dei defunti. Inoltre ceramiche di tipi e fogge varie, maschere teatrali e statue fittili. La grande e completa collezione di maschere del teatro greco in terracotta è unica al mondo. Fanno parte dell'istituzione la biblioteca di arte e archeologia, l'ex chiesa di Santa Caterina d'Alessandria per mostre e convegni, l'ex ostello della gioventù sede della mostra permanente sulla storia degli scavi e del Museo, la sala didattica, la sala di lettura e l'ex carcere. I materiali, datati dalla preistoria ai nostri, sono forniti di didascalie in italiano e inglese che rendono fruibile la conoscenza dello stesso contestualizzata al luogo del ritrovamento. Esistono poi due sezioni distaccate del museo ubicate sulle isole di Panarea e Filicudi e molti materiali sono esposti nell'Antiquario Civico di Salina. |
Sezione PREISTORICA e fondazione di Lipara Padiglione 1 costituito dalle strutture dell'antico palazzo vescovile costruito nel XVIII secolo adiacente alla concattedrale di San Bartolomeo, fabbriche parzialmente edificate sulle vestigia del monastero normanno. Sale I - IX: la preistoria allestita negli ambienti attraverso le culture presenti sull'isola dai primi insediamenti umani del Neolitico (5500 - 5000 a.C.) fino all'inizio dell'età del ferro (900 a.C.). La cultura di Stentinello, l'OSSIDIANA, la ceramica tricromica, le culture di Serra d'Alto, di Diana, di Pianoconte, di Piano Quartara, di Capo Graziano, l'età del bronzo, la cultura del Milazzese, Ausonio I, Ausonio II. Sala X: la città di Lipari in età greco e romana, il "BOTHROS" (pozzo votivo) del santuario di Eolo. |
Sezione PREISTORICA Isole Minori Padiglione 2 ubicato nella struttura posta a ovest del palazzo vescovile. L'esposizione segue lo stesso ciclo di culture della Sezione Preistorica di Lipari. Sala XIII: Fuilicudi (Capo Graziano, Montagnola), ceramiche egee (micenee), Ossidiana. Sala XIV: Filicudi (Capo Graziano) e Stromboli (San Vincenzo), Ossidiana. Sala XV: Salina (Portella), ceramiche mesopotamiche, collane di pasta vitrea, Panarea (Capo Milazzo), ceramiche micenee, Ossidiana. |
Mini "legenda" per la datazione dei reperti del Museo Eoliano (e delle foto di questa pagina): Neolitico: 8000 - 3500 a.C. Eneolitico: periodo finale del Neolitico, fine III millennio - inizi II millennio a.C. Età del Bronzo: Antico (2300-1700 a.C.), Medio (1700-1350 a.C.), Recente (1350-1200 a.C.), Finale (1200-700 a.C.) Ausonio I: 1300 - 1150 a.C. Ausonio II: 1150 - 900 a.C. |
Sezione CLASSICA Padiglione 4 ubicato nella struttura posta a settentrione rispetto alla concattedrale. Fabbriche adibite a campo di confino, in seguito a ostello della gioventù.
Sale XVII - XXVII: età greco e romana. Sala XIX: la necropoli di piazza Monfalcone oggi piazza Salvatore Luigi d'Austria. Sala XX: la necropoli di Lipari in età greco e romana (Sarcofagi, tombe, cippi, lastre, vasi cinerari, crateri, anfore). Sale XXI - XXV: Corredi (Ceramiche, crateri e vasellame decorato e dipinto con riferimento al pittore di Lipari, pittore di Siracusa 47099, Pittore dei cigni, Pittore di Cefalù, pittore Mad-Man, Pittore NYN, pittore della Sphendone bianca). Sala XXIII: MASCHERE in ceramica del TEATRO GRECO, collezione UNICA AL MONDO. Sala XXVI: l'Ellenismo maturo, le età romana repubblicana e romana imperiale, medievale e moderna (Produzioni della Zecca di Lipari. Anelli, pendenti, orecchini, collane, diademi). Sala XXVII: ARCHEOLOGIA SOTTOMARINA (Ancore, anfore, vasellame. Materiali provenienti da naufragi presso la baia di Pignataro di Fuori a Lipari, relitto presso lo scoglio di Dattilo a Panarea, relitto di Capo Graziano a Filicudi, relitto della Secca di Capistello a Lipari, relitto Alberti delle Formiche di Panarea, relitto di punta Crepazza). [Si veda l'articolo "La maledizione del tesoro sommerso", ReportageSicilia, 27/7/2016] Sala XVI: Sezione di Milazzo (Necropoli del predio Caravello, necropoli protovillanoviana, necropoli di età greca). |
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Sezione EPIGRAFICA Giardino e Padiglione 5 ubicato nella struttura posta a levante rispetto al palazzo vescovile. Sale XI - XV: Epigrafia (Sarcofagi, iscrizioni, cippi, steli funerarie). |
Sezione VULCANOLOGIAPadiglione 3 ubicato nella struttura intitolata al vulcanologo Alfred Rittman, edificio del XIV secolo di fronte alla Sezione Preistorica di Lipari, su tre piani. Piano 0: Archeologia Industriale Piano 1: Vulcanologia Generale, Cosmica e Sottomarina Piano 2: Vulcanologia Eoliana (Stromboli, Vulcano, Panarea, Lipari, Salina, Filicudi, e Alicudi). |
Sezione PALEONTOLOGICA - Paleontologia del Quaternario |
La TAZZA di FILO BRACCIO Dal villaggio di Filo Braccio (Capo Graziano, Filicudi) proviene uno dei più interessanti reperti di tutta la cultura dell'età del bronzo, nelle Eolie detta di Capo Graziano. Una TAZZA con decorazioni incise che è uno dei più antichi esempi di raffigurazione della preistoria italiana (Graziano I). Si discosta rispetto agli altri reperti e trova confronto grafico in un elemento decorativo inciso in un vaso scoperto a Pignataro di Lipari nel quale è segnato un incrocio di linee forse raffigurazione della divisione dello spazio celeste e terrestre. Il disegno di Filicudi rappresenta un insieme di linee che secondo alcuni raffigurerebbero una figura umana a braccia aperte, secondo altri l'immagine di un panorama con un elemento lineare, quale limite o approdo. L'intera rappresentazione è stilizzata, così come le onde del mare rappresentate con delle linee a zig-zag e, forse, delle barche formate da linee orizzontali con altre minori verticali. |
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Nel caso della
lettura della figura non è chiaro chi sia rappresentato, uomo o divinità, se le
barche partono o arrivano. In alto compare chiaramente una figura antropomorfa
stilizzata, a braccia e mani spalancate, nella postura dell'orante. Il gesto è
imponente e comunica un senso di immediata drammaticità. Ai lati vi sono
schematiche figure di imbarcazioni la cui posizione testimonia il loro ruolo
fondamentale nella raffigurazione dell'evento raccontato. A lato della figura
umana due barche salgono verticali, sembrano sospinte in alto e travolte dal suo
emergere dalle onde. Il disegno sembra narrare un evento preciso legato a un
mare affollato di imbarcazioni in arrivo o in partenza dall'isola in cui la
grande figura umana sarebbe protagonista. Ma la figura umana sembra essere
gigantesca mentre emerge dal mare con effetti rovinosi su onde, isole e barche.
Le dita delle mani e dei piedi sono tracciate in modo irregolare e confuso,
decisamente innaturale, quasi a ricordare delle estremità palmate. Forse
rappresenta una divinità marina distruttiva con mostruosi arti da pesce, simile
al Proteo greco, arcaica e cupa divinità pre-olimpica.
[dal
pannello museale, vedi sopra "Villaggio Filo Braccio"] |
Alcuni LINK:
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Claudio Maccherani |